mercoledì 10 luglio 2013

La notte dei Giganti a POLISTENA

Da un paio di anni a POLISTENA nella ricorrenza della Madonna dell'Itria  in  Luglio, si svolge il raduno dei GIGANTI.

Sabato 13 Luglio dalle ore 21,00 dalla periferia al centro città, le più belle coppie di Giganti della Calabria danzeranno con un gran finale in Piazzale Trinità.
Le statue derivano dai Giganti processionali dell'antica tradizione spagnola, ancora oggi presenti in molte zone della Spagna e usati in occasione di varie festività, come a Tarragona per la festa di Santa Tecla, o durante la fiesta Mayor de Reus che si svolge il giorno di San Pietro Reus. Il contatto con la dominazione catalana fece pervenire la tradizione dei giganti processionali che si è diffusa anche in Sicilia ed in Calabria, ed oggi è legata al culto della Vergine Maria, come nel caso dei giganti Mata e Grifone della festa della Assunta a Messina o dei giganti Kronos e Mytia della festa della Madonna della Luce di Mistretta.e quelli ancora più tradizionali della piana di Gioia Tauro ed in particolare a Polistena dove i Giganti sono presenti come appuntamento fisso per le ricorrenze della Madonna dell'Itria e per la festa della Madonna della Catena.
I Giganti non sono altro che due alti fantocci di cartapesta, vestiti elegantemente  che vengono portati a spalla o trainati, danzando al ritmo di tamburi, per le vie cittadine,questa manifestazione è stata ideata dalla Pro - Loco di POLISTENA con merito degli Amministratori Comunali di ieri e di oggi che fanno rivivere una notte movimentata e magica nella ridente cittadina della Piana.
Polistena ospita questa meravigliosa rappresentazione con tutto ciò che di bello ed interessante può movimentare un intera popolazione locale e Calabrese in una notte di mezza estate.
Per le vie di Polistena, mossi dalla fantasia e dalla vitalità dei portatori che prestano gli arti inferiori e con un movimento di corda fanno muovere le braccia, si sfrenano in un ballo di corteggiamento d'amore che ha origini in Calabria da oltre cento anni e forse anche di più.
Un amore reso pubblico ufficiale, mostrato apertamente per le strade cittadine, sotto gli occhi di tutta la popolazione e anche dalle persone che rimangono chiuse in casa, il ritmo dei tamburi e della gran cassa incutono soggezione e paura per i più piccoli che accompagnano i Giganti a distanza, ma i gesti di tenerezza che si scambiano, allontanandosi e avvicinandosi , inchinandosi e girando intorno all'innamorata, i quali sono felici nel constatare che anche loro, in fondo, si innamorano ed hanno gli stessi sentimenti e le stesse debolezze di tutta specia umana.
In questa serata particolare vi sono diverse coppie di giganti Ogni gruppo è composto dai portatori, “i gigantari”, dai suonatori di tamburi, tamburini e grancasse, “i tamburinari” e dai giganti che offrono uno spettacolo esilarante alla popolazione divertendo i piccoli, elettrizzati ed eccitati perché debbono abbattere la  paura, ma nello stesso tempo la volontà di toccarli per esorcizzare il terrore che li prende quando li sentivano vicini e quando i giganti si divertivano ad inseguirli.
I portatori e i musicanti con energica abilità e fantasia, fanno si che ogni gruppo, distanziato dagli altri di circa venti metri, faccia rullare i propri tamburi con un vivace ritmo cadenzato,di otto ottavi,  mentre i portatori, estrosi e dinamici, dimostravano tutto l’argento vivo che avevano addosso.
In alcune esibizioni dei Giganti partecipa un finto cavallo  " u Ciucciu" montato anch'esso da un portatore che, emergendo con metà busto dall'animale, crea una mitica figura di novello centauro a due zampe. Durante il ballo il destriero volteggia tra la coppia gigantesca cercando di allontanare il baldanzoso innamorato dalla bella donna. A volte, scalpitando ed imbizzarrendosi, riesce a dividerli frapponendosi tra di loro. Infine, visti inutili i suoi tentativi di dissuadere il Gigante dal conquistare la bella donna, si rassegna marciando contento davanti alla coppia danzante e festosa.
 Si evince, pertanto, che l'arrivo dei Giganti anche nella  nostra Polistena, dovrebbe significare, oltre al ricordo di un triste passato come tante altre località della Piana,  il presagio per un futuro di giustizia e di libertà, nonché di rivalutazione della dignità umana.









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